Basiti per le dichiarazione contro la Commissione Adozioni Internazionali

Basiti per le dichiarazione contro la Commissione Adozioni Internazionali

Egr. Sig. Direttore di AVVENIRE
Dopo aver letto gli articoli che il suo giornale ha dedicato alle adozioni internazionali e alle adozioni in RD Congo, ed in particolare dopo l’articolo del 16 aprile u.s. ci sentiamo di esprimere la nostra opinione in quanto i fatti sono diversi da quanto rappresentato.
Infatti, la Commissione Adozioni internazionali presieduta dal Cons. Silvia Della Monica ha intrapreso un percorso di legalità e trasparenza di cui nel mondo delle adozioni internazionali si sentiva moltissimo il bisogno. Tale percorso, tra l’altro, opportunamente sta qualificando l’azione del Governo italiano attraverso la tutela dei diritti umani dei minori in ambito internazionale.
La Commissione si è insediata e ha dovuto subito raccordarsi con crisi pregresse e difficili come quella inerente le adozioni in RD Congo che peraltro ha riguardato, Italia compresa, ben 8 Paesi di accoglienza (USA, Francia, Belgio, Olanda , Germania, Canada, Gran Bretagna) e oltre 1700 bambini. Tutti questi Paesi, nessuno escluso, sono stati interessati dalla moratoria congolese, ed in queste ultime settimane, esattamente come l’Italia hanno finalmente ottenuto il superamento di tale moratoria che sta consentendo finalmente ai tanti genitori di abbracciare i loro figli. In realtà, per l’Italia va registrato un particolare successo, perché e’ riuscita ad avere la validazione di tutte le proprie procedure!
Nella gestione di questo delicatissimo caso la Commissione ha operato, come era giusto e necessario che facesse, nella massima riservatezza, trattandosi di delicati rapporti tra Paesi in una materia sensibile come quella della tutela dei diritti dei minori. Gli Enti autorizzati, a loro volta, proprio per la loro natura di ente privato con funzione pubblica, devono responsabilmente mantenere una grande discrezione considerata la delicatezza dell’argomento, ma non tutti lo hanno fatto!
Alla oggettiva complessità conseguente alla moratoria della Repubblica Democratica del Congo, si sono innestati, infatti, comportamenti poco chiari, quando non direttamente non collaborativi e/o ostruzionistici, di alcuni enti operanti nel paese, che poco hanno a che fare con il supremo interesse dei minori che la Convenzione dell’Aja ed i trattati internazionali ad essa conseguenti ci impongono di perseguire.
In questi due anni di lavoro della Commissione senza sosta e lontano dai riflettori per ottenere il risultato di portare in Italia tutti i bimbi adottati in RDC dalle famiglie italiane, parallelamente al formarsi e crescere del processo di trasparenza ed eticità nelle adozioni internazionali promosso da Silvia Della Monica si è assistito, allo stesso tempo, all’intensificarsi di attacchi alla Commissione scomposti e vergognosi, ingiustificati se non dal perseguimento di interessi economici e politici che nulla hanno a che fare con il perseguimento della tutela dei diritti dei minori e che spesso sono stati finalizzati proprio a rallentare ed intralciare la soluzione della crisi congolese. Si è persino speculato sull’ansia delle famiglie in attesa, tentando di utilizzarle strumentalmente contro la Commissione, cioè’ contro l’istituzione competente e che sola poteva ottenere il risultato di fargli abbracciare i loro figli!
E la Commissione ci è riuscita, nonostante le difficoltà’ oggettive e gli ostacoli spesso frapposti strumentalmente, il tanto atteso sblocco delle adozioni in RDC c’è. I bimbi stanno rientrando in Italia, stanno finalmente incontrando i loro genitori le famiglie si stanno riunendo. E al posto di leggere sulla stampa parole positive e di gioia – che magari questi bimbi cercheranno un domani per colorare il ricordo della festa vissuta al loro arrivo in Italia – si sono lette parole non belle, denigratorie e soprattutto non corrispondenti alla realtà, che per primo fanno del male proprio ai minori interessati ed alle loro famiglie, oltre che alle istituzioni del nostro Paese che con competenza, abnegazione e, si, con passione hanno lavorato strenuamente per garantire questo risultato e per garantire a questi bimbi ed alle loro famiglie il miglior modo di vivere forse il momento più importante della loro vita insieme, il loro primo incontro.
Il viaggio dei bambini e dei loro accompagnatori, l’accoglienza in Italia, la consegna ai loro genitori è avvenuta nel modo più sicuro, lontano dal frastuono, dallo sciacallaggio mediatico e in un clima di festa, tanto che le nostre famiglie l’hanno rappresentato come un momento di calore, affetto, grande umanità e partecipazione.
Per questi motivi deploriamo questa campagna denigratoria nei confronti della CAI, che, almeno di fatto, appoggia chi agisce perseguendo, solo a parole, il bene dei bambini, ma nella sostanza, meri interessi economici e politici proprio in danno dei diritti dei bambini.
Perché non gioire per i risultati ottenuti invece di distruggere tutto con attacchi mediatici, interrogazioni parlamentari e non solo? Perche’ non riconoscere ed essere fieri della competenza, capacità e autorevolezza della Commissione? Perché non essere orgogliosi della laboriosità e della umanità delle nostre istituzioni e di chi le rappresenta?
Siamo sinceramente dispiaciuti che l’Avvenire, ritenuto la voce della CEI, possa prestarsi a gratuite campagne denigratorie contro chi opera per la piena legalità e per il retto fine delle proprie competenze e nella speranza di poter leggere articoli più oggettivi e corrispondenti alla realtà delle cose, Le auguro un buon Lavoro.
Il rappresentante delegato per le adozioni internazionali
Avv. Luca Martini

Il Fondatore
Mons. Andrea Pio Cristiani