Giovedì 13 luglio a Roma Sandro Cappelletto racconta "Il paese degli uomini integri"

Giovedì 13 luglio a Roma Sandro Cappelletto racconta "Il paese degli uomini integri"

Giovedì 13 luglio ore 20
SALA CASELLA dell’Accademia Filarmonica Romana, Via Flaminia, 118 Roma

IL PAESE DEGLI UOMINI INTEGRI
di Fausto Sebastiani su testi di Sandro Cappelletto

Marta Vulpi soprano
Sandro Cappelletto voce narrante
Apeiron Sax Quartet
Dario Volante sax soprano
Stefano Nanni sax contralto
Daniele Caporaso sax tenore
Simone Vecciarelli sax baritono
Aura Ensemble
Domiziana Del Mastro, Luca Giacobbe, Rodolfo Rossi,
Daniele Sanna e Riccardo Zelinotti percussioni
Francesco Belli direttore
Il soggetto trae spunto dalla storia politica degli ultimi decenni del Burkina Faso, dal momento in cui il capitano Thomas Sankara è eletto Primo Ministro nel gennaio 1983. L’anno successivo l’ex colonia francese dell’Alto Volta diventa Burkina-Faso, ovvero La Terra degli uomini integri, nome con il quale Thomas Sankara intendeva infondere nella popolazione un sentimento di identità. Il 15 ottobre 1987 Thomas Sankara, assieme a dodici soldati della sua guardia del corpo, viene assassinato durante un colpo di Stato. Il delitto è tuttora impunito, ma numerosi indizi riconducono come mandante al capitano Blaise Compaoré (presidente del Burkina Faso dal 1987 fino al 2014), già “fraterno” compagno di lotta e braccio destro di Sankara.
Il racconto si rifà al concetto di mito, ovvero di racconto orizzontale, dove ogni personaggio, ogni episodio si legano con gli altri, i precedenti e i successivi, in una continuità che non si arresta.
Le radici si fanno linee di una trama infinita. C’era una volta, c’è, ci fu, ci sarà. E alla fine che non c’è non si arriva molto lontano dal punto da dove pensi di essere partito, mentre il prima e il dopo si intersecano, dissolvono uno nell’altro, tra inattese scoperte e profondissimi stupori, che spiazzano le persuasioni più solide.
Il percorso, la direzione, il procedere del tempo da un momento determinato verso un altro? Un altro tempo prevale, quello dell’orizzonte che diventa un cerchio: continuità e memoria. E noi siamo, abbiamo bisogno di essere la nostra memoria, l’eterno ritorno della nostra memoria.
Anche la musica sa essere orizzontale. Melodie come colori, suoni evidenti come immagini che, metamorfosi dopo metamorfosi, si fanno continuità di un racconto e, qui, storia di musicisti e di un compositore. Questa musica nasce in Europa, portando con sé aspetti di un linguaggio contemporaneo, e cerca di interpretare quella sensualità, quell’impulso di danza che percorre il suono africano.
E’ un’opera che compie un viaggio al contrario, e come un’onda opposta si prolunga oltre l’altra sponda del Mediterraneo, per provare a comprendere la ricchezza, che affascina, della cultura di un territorio dal quale provengono molti dei migranti d’oggi.
Sandro Cappelletto – Fausto Sebastiani