Il piano Mattei

Il piano Mattei

Insieme alla soddisfazione per aver trovato ispirazione nei pensieri del fondatore dell’Eni Enrico Mattei che concluse la sua vita in modo tragico ed ancora oggi non chiarito, nelle case guardiamo con speranza e fiducia al summit promosso dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni con i paesi Africani.

Invitati come Ong Shalom a partecipare alla pubblicazione dell’UNESCO sul sistema universitario in Africa, c’e’ stata offerta la possibilità di un confronto sul tema delle comunità energetiche sostenibili.

I nostri interlocutori incontrati alla facoltà di Ingegneria di Pisa, prof. Marco Raugi e la prof.sa Anna Teresa Rondinella, docenti alla cattedra UNESCO coordinatori della pubblicazione, ci hanno presentato il percorso programmato per la presentazione del libro nelle sedi istituzionali e accademiche per un coinvolgimento ampio e partecipato al progetto, per lo sviluppo e la produzione delle energie rinnovabili in Africa, con il ruolo fondamentale delle Università. Ci siamo dichiarati disponibili per ogni possibile collaborazione.

Considerando la posizione geografica del nostro Paese e la nostra grande storia umanitaria c’è sembrata una scelta quanto mai opportuna iniziare seriamente un grande piano di sviluppo dei paesi dell’Africa, dai quali possiamo trarre diversi vantaggi. Il primo quello di bloccare le migrazioni illegali e ad alto rischio di vita per le persone.

Inoltre in un futuro ormai prossimo, il progresso porterà al controllo delle nascite, all’apertura di un mercato ampio e globale e alla produzione di energie alternative. Una maggiore giustizia fermerà le endemiche guerre causate spesso dalla fame e dalla siccità, come il facile reclutamento per pochi dollari dei giovani per la causa jihadista.

Fondamentale la coesione per raggiungere obiettivi comuni di crescita attraverso l’istruzione, la formazione professionale, la salute, l’acqua, l’energia e l’agricoltura. Tutti i nostri progetti, nel nostro mezzo secolo di vita, sono stati improntati a questi obiettivi primari. Lo nostra micro cooperazione ha avuto successo fintanto che abbiamo realizzato le attività con il diretto coinvolgimento delle popolazioni locali. Le rarissime volte che abbiamo ottenuto finanziamenti dalle organizzazioni sovranazionali che dovevano passare dalle istituzioni politiche governative dei vari paesi e’ stato un vero fallimento…

Questa grande pioggia di milioni di euro ci auguriamo che non finisca nelle tasche di politici corrotti o peggio ancora nei forzieri della criminalità sempre più globalizzata.

Una nota conclusiva al nostro governo in relazione ai campi di accoglienza in Albania per i migranti: penso che vi siano sufficienti spazi inutilizzati e disabitati anche in Italia per costruire umane comunità di accoglienza e di formazione professionale, in attesa che il piano Mattei abbia frenato l’emorragia…

di Andrea Pio Cristiani – Movimento Shalom