Crisi umanitaria in Burkina, Martini e Don Donato portano il sostegno di Shalom

Sempre più spesso la frase «aiutiamoli a casa loro» risuona in comizi e arringhe, è diventato un mantra di politici e politicanti che riassumono così un problema molto importante ed attuale come quello dell’immigrazione. Nei prossimi giorni il presidente del Movimento Shalom, Vieri Martini, e Don Donato Agostinelli, parroco di Santa Croce, partono per una missione importante e delicata in Burkina Faso, uno dei paesi più poveri dell’Africa. Partono per aiutare una popolazione che sta vivendo un momento tragico, una vera e propria crisi umanitaria e continuamente sotto attacco dei terroristi. Una spirale di violenza progressivamente intensificata da 4 anni a questa parte, spesso alimentata da milizie provenienti dai Paesi confinanti.

Mezzo milione, in una popolazione complessiva di circa 20 milioni di abitanti, è fuggita dalle proprie case e dai propri villaggi per rifugiarsi nella capitale Ouagadougou. La vigilia di Natale, in un attacco jihadista, sono stati uccisi 35 civili, fra cui molte donne, e 7 soldati. Alcuni giorni fa è saltato in aria un bus e sono morti 14 giovani, tra le vittime alcuni studenti che tornavano dalle vacanze, questo attacco non è stato rivendicato. Il primo dicembre era stata attaccata una chiesa cristiana con l’uccisione di 14 persone, tra cui diversi bambini. La paura e la disperazione in Burkina Faso è tanta. Il Movimento Shalom è presente in Burkina da oltre 30 anni e ogni anno organizza il viaggio con i volontari per andare a visitare le proprie strutture e quindi pozzi, scuole, panifici, orfanotrofi. Quest’anno però per la prima volta non è stato possibile per sicurezza organizzare il viaggio e partiranno solo in due.

«Stiamo organizzando una raccolta fondi per comprare in loco beni di prima necessità (riso, mais, miglio, olio) da portare nei campi profughi alle periferie della città – ha detto Martini –. Spesso c’è diffidenza per questo genere di raccolte fondi, spesso è giustificata ma noi Shalom ci mettiamo la faccia in prima persona e portiamo noi stessi i beni in Africa. Si tratta di una situazione di allarme non solo per i burkinabè ma anche per noi visto che questa popolazione se non viene aiutata sarà costretta fuggire, prima verso la Libia e poi verso l’Europa. E allora aiutiamoli davvero a casa loro, senza aspettare». Domenica scorsa Shalom ha organizzato una partita di calcio e un’apericena nel carcere di Volterra al termine dei quali sono stati raccolti 610 euro da portare in Burkina. «Oltre all’aiuto concreto che portiamo, sento la necessità di non lasciar sola una popolazione in grande sofferenza – ha detto Don Donato – là c’è una grande emergenza poco pubblicizzata e finita nel dimenticato ma che miete vittime ogni giorno».

Luca Bongianni – La Nazione