Un auspicio Shalom per il 2023

Un auspicio Shalom per il 2023

Invece del mio consueto pensiero mensile questa volta con piacere inoltro una riflessione di Massimo Toschi, presidente onorario di Shalom, che condivido nel profondo e che spero possa essere di buon auspicio per il 2023.

Andrea Cristian – fondatore Movimento Shalom

Carissimo don Andrea,

ecco qualche riflessione tra Natale e Capodanno per tutti gli amici del Movimento Shalom, di cui io sono indegnamente Presidente Onorario.

In questi giorni, in questi più di 300 giorni dall’inizio della guerra, risuonano in me questi versetti del Vangelo di Luca, capitolo 14, 31-33; dice Gesù: “quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con 10.000 uomini chi gli viene incontro con 20.000? Se no, mentre l’altro è ancora lontano gli manda un’ambasceria per la pace. Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi non può essere mio discepolo.”

Sembrano scritti oggi questi versetti, per il conflitto in Ucraina.

Per questo è necessaria l’ambasceria per la pace, siamo chiamati a rinunciare a tutte le armi della guerra, alla sua giustificazione, al suo scialo di morte, senza illuderci che la forza della guerra e della potenza militare, possa risolvere il conflitto in una presunta vittoria.

Ecco, se vogliamo la pace, dobbiamo rinunciare a tutto, compresa la guerra.

Dobbiamo rinunciare alle nostre dottrine, alle nostre ideologie, alle nostre ragion di Stato, che giustificano la guerra in nome della pace, alla corsa al riarmo, che è sempre più feroce. Non c’è interesse dello Stato che possa essere conseguito attraverso le armi.

Spesso le vere vittime sono i bambini, i disabili, coloro che sono prigionieri della guerra e nella guerra.

Ecco un grande appello all’obiezione di coscienza. Un grande appello all’amore ai nemici, al dare la vita per essi e non a ucciderli.

Nel 1956, mentre l’esercito russo invadeva l’Ungheria, Giuseppe Dossetti al Consiglio Comunale di Bologna indicava un’altra linea. Diceva, rivolto al Sindaco comunista di Bologna: “Voi avete le vostre armi, noi abbiamo le nostre e io credo alle armi di cui un cristiano può avvalersi infinitamente di più di quello che io non creda ai carrarmati, agli aeroplani a reazione (ndr, oggi si direbbe missili e droni) da qualsiasi parte, anzi direi che non ci credo per niente … le nostre armi sono armi che possono talvolta far sorridere, ma sono armi che per me sono potentissime … credo alla preghiera, credo agli angeli, credo all’intervento della Madonna, credo ai Santi, credo soprattutto, al di là delle nostre povere parole umane, alla Parola di Dio … io credo che sia mio dovere, in questo consiglio comunale, in questa città che ha visto il più grande trionfo del comunismo in Italia, di opporre a quello che appare un tragico errore …. l’estrema infantile debolezza (apparente) della Parola di Dio .. ”.

Ancora Dossetti dice: “Oggi si potrebbe dire che non si può spargere una sola gocce di sangue per salvare una dottrina, un principio, una organizzazione internazionale, la leadership mondiale di una grande Paese, i molteplici volti della ragion di Stato, che fanno della guerra lo strumento primo ed estremo della loro politica, al punto che la guerra diventa politica e la politica declina la guerra. … Non si può spargere una goccia di sangue innocente a nessun titolo. Va detto ora e va detto sempre.”

Carissimo don Andrea, ti pongo queste mie considerazioni di fronte alla moltiplicazione militare del conflitto. Scrive un titolo di Avvenire del 24 dicembre 2022: “Mosca ha già “sparato” 82 miliardi, però l’Occidente non è stato da meno”.

Si apprende che a fronte dell’impegno militare russo per questa “operazione speciale” c’è l’impegno della Nato, degli Stati Uniti, dei Paesi Europei.

Per i Paesi della Nato le armi fornite a Kiev sono costate più di 40 miliardi. Il Pentagono ha fornito 20 miliardi di equipaggiamenti militari. Per l’Italia abbiamo speso circa mezzo miliardo (dati dell’Osservatorio MILEX) e già stiamo preparando nuovi aiuti. Per l’anno prossimo sono previsti altri 800 milioni. Questo contraddice la Costituzione, ma anche il regolamento della Nato, perché ad oggi l’Ucraina è fuori dalla Nato. E dunque non sarebbe possibile fornire nuove armi.

Dunque bisogna votare contro a nuovi aiuti militari. C’è come una fretta ad armare e a uccidere. Ognuno con le sue ragioni, ognuno con il suo diritto.

Avvenire ci consegna anche un racconto del Vescovo di Zaporizhzhia, che da testimonianza del suo ministero: l’Eucarestia celebrata nelle case e non nelle Chiese perché obiettivo militare, e dice: “Dove sono gli uomini là c’è la Chiesa.

Occorre esserci al fronte per confessare i soldati che lo chiedono, per supportarli negli istanti più duri, per soccorre i feriti, e magari dare loro una benedizione.

Molti militari mi confidano che, quando si lotta per la patria, la propria vita viene affidata a Dio”.

Si rimane sbigottiti di questo utilizzo di Dio nella guerra. La Lettera agli Ebrei parla del mistero di Gesù come il mistero di Colui che è fuori dall’accampamento, che è fuori dalla guerra, che rifiuta i campi minati.

Il Papa, nel messaggio per la giornata mondiale per la pace del 1° gennaio, ha parlato di carestia della pace e ha parlato del Covid; ma oggi mi pare che il covid più grave e più devastante non sia quello che uccide gli uomini ma quello che uccide i cuori: il covid della guerra, il covid che indurisce i cuori, che accresce le distanze, che alimenta il conflitto.

L’anno prossimo, l’anno che verrà ricorrono i 60 anni della Pacem in terris di Papa Giovanni e ricorrono i 100 anni dalla nascita di Don Lorenzo Milani. Sarebbe bello farne un anno di riflessione e di futuro, rileggendo i grandi testi di don Lorenzo Milani: Esperienze pastorali, la Lettera ai giudici e la Lettera a una professoressa e poi rileggere la Pacem in terris di Papa Giovanni, il Concilio come risposta di pace alle due guerre mondiali che l’hanno preceduta. Sarebbe bello fare una cattedra della pace avendo questo programma.

Potremmo mettere insieme queste associazioni e movimenti:

– il Movimento Shalom

– il Movimento dei Focolari

– la Fondazione La Pira

– l’Istituto Universitario Sophia

– l’Opera La Pira

– il Centro La Pira

– gli Amici della Casa della Carità

– l’Associazione Armonia tra i popoli-Scuola di danza di Montecatini.

Ecco la fiamma della pace, una fiamma non a tre colori, ma a tutti i colori, i colori dell’arcobaleno: la fiamma che riaccende nei cuori la speranza e il futuro.

La notte non è senza fine, senza fine è la luce dell’aurora.

Un abbraccio, Massimo Toschi