Essere Shalom nel tempo della violenza

Essere Shalom nel tempo della violenza

La testimonianza portata da monsignor Andrea Pio Cristiani, fondatore di Shalom, che a dicembre è stato a Taranto sul clima di guerra nel Burkina Faso, alimentato dalla corsa all’accaparramento delle risorse.

di Silvano Trevisani – da Nuovo Dialogo, Rivista diocesana di Taranto

“Essere Shalom nel tempo della violenza” è stato il tema dell’incontro con Taranto di monsignor Andrea Pio Cristiani, fondatore del movimento Shalom onlus, nato nel 1974 sui principi di pace, tolleranza e la solidarietà. Nei giorni scorsi, monsignor Cristiani ha tenuto una conversazione, nella Chiesa di San Pio X e ha poi incontrato, nel corso di una visita breve ma intensa, nella sede della Confindustria, il presidente Antonio Marinaro. Quasi un allarme, il suo, sulla complessa situazione della regione e in particolare del Burkina Faso che poi, nei giorni successivi, esattamente domenica scorsa, ha registrato un tragico attentato a una chiesa protestante, nel quale hanno perso la vita numerosi cristiani.

L’incontro di mercoledì sera a San Pio X è stato introdotto dal parroco monsignor Giacinto Magaldi, che ha ricordato come le offerte giunte da Taranto abbiano, tra l’altro consentito l’escavazione di un pozzo, e dalla responsabile regionale del movimento, Lucia Parente De Cataldis, che ha sottolineato la presenza del Movimento in tutta la regione e soprattutto nella nostra città. In occasione della presenza di monsignor Cristiani in città gli abbiamo rivolto alcune domande.

La sua presenza qui a Taranto quale segnale vuole dare alla comunità?

Questa mia presenza qui a Taranto ha una doppia valenza, la prima vuole esprimere vicinanza alla cittadinanza per la vicenda Ilva che è all’attenzione delle cronache nazionali e anche internazionali, per mostrare la nostra solidarietà alla città, ai lavoratori, a tutti insomma e per dare un contributo di vicinanza, nella speranza che questa situazione possa trovare, prossimamente, una soluzione che concili il diritto al lavoro, il bene pubblico, la qualità della vita e la difesa dell’ambiente. Ma Taranto è una città tanto generosa. So che abbiamo avuto nel tempo tantissime adozioni, dunque: abbiamo salvato molte vite umane.

Durante la celebrazione della Messa ha rivolto la sua attenzione ai problemi dell’Africa, soprattutto a quelli della regione del Sahel, del Burkina Faso in particolare.

Sì ho voluto sottolineare con forza la situazione di quel territorio dove imperversa una guerra atroce che rende molto difficile la vita soprattutto dei bambini, e comunque di tutti i cristiani. Ho voluto rivolgere un appello a intensificare la solidarietà della città, in favore dei bambini che ora, oltre alla fame e alla sete, rischiano anche la vita per la situazione che si sta creando e che si aggrava di giorno in giorno. Dunque, era importante rivolgere per un appello verso quel paese.

Come spiega l’esplosione della violenza e i venti di guerra in un paese che, nonostante la sua povertà, ha vissuto un lungo periodo di pace?

Si spiega con il fatto che pochi anni fa le presenze straniere su quel territorio hanno scoperto l’esistenza di giacimenti di oro, ancora più di uranio e di petrolio. Questo ha scatenato gli appetiti e sollecitato la corsa all’accaparramento. Come si vede, dunque, l’Africa che è il continente più ricco di risorse, ma viene mantenuto in estrema povertà dagli interessi dei paesi ricchi, che tendono ad accaparrarsi quella ricchezza attraverso la corruzione, la violenza, la guerra. È la stessa logica che spinge milioni di africani, privati del loro suolo, di mezzi di sopravvivenza, a fuggire e a rifugiarsi in altri paesi o a emigrare. A questa corsa all’accaparramento si è aggiunta anche la Cina, con la pressione del suo miliardo e mezzo di abitanti alla ricerca di nuovi spazi e di nuovi strumenti di crescita. È assolutamente necessario che gli organismi internazionali, purtroppo da un po’ di anni rivelatisi spettatori passivi, si attivino per mettere fine alle bande criminali che, in questa situazione, devastano tutta la regione e speculano sulle disgrazie della maggioranza.

Uno degli aspetti più inquietanti dei nostri tempi è proprio quello della violenza. Ma questo non riguarda anche la politica?

La violenza cresce con cerchi concentrici e crea veramente ansietà in tutte le persone ragionevoli, attraversando tutto il mondo a partire dall’Italia. Violenza, bullismo, razzismo, (che si esprime persino in un campo di calcio), trovano spazio di divulgazione il mondo social. Non sfugge a questo neanche la politica, naturalmente, anzi se ne fa interprete nel modo peggiore, alimentando le paure e sollecitando gli odi. Ma c’è da dire che proprio l’Italia è al quinto posto tra i paesi esportatori di armi, che hanno una grave responsabilità su quello che sta accadendo.

Nell’incontro che avuto con gli industriali di Taranto, monsignor Cristiani ha espresso il suo auspicio “che Taranto diventi laboratorio di un nuovo stile di vita, di un nuovo modo di produrre e di tutelare l’ambiente, in modo che sia favorita una qualità di salute della vita e che il valore primario del lavoro non vada a scapito di un altro valore primario che è la salute. Oggi l’intelligenza umana, la scienza, la tecnica, la politica dovrebbero evolversi e portare ad una conciliazione di questi due aspetti, più un terzo aspetto in un’ottica un po’ rivista della globalizzazione, che non si fondi sullo sfruttamento della persona ma sulla salvaguardia della dignità e sulla tutela salariale della stessa, affinché questa città che assume prestigio nel mondo per la qualità del suo acciaio possa vantare analoga qualità della vita e nello stesso tempo competitività sui mercati”.