L’ESPERIENZA PIU’ BELLA E SIGNIFICATIVA DELLA NOSTRA VITA

L’ESPERIENZA PIU’ BELLA E SIGNIFICATIVA DELLA NOSTRA VITA

Salve a tutti, siamo la famiglia Serafini, fino al  2011 eravamo in due …e dai primi giorni del 2012, dopo tanta attesa, siamo diventati  quattro. Ci presentiamo Mamma Elisabetta, Babbo Luca, la dolce Yvette e Yves il terribile (gemelli di 6 anni). Ci siamo incontrati e conosciuti in un paese lontano, tanto diverso dal nostro da sembrare addirittura di un altro mondo. Il paese natale dei nostri figli è il Burkina Faso, uno dei paesi più poveri al mondo ma nel quale si fanno incontri straordinari. La nostra permanenza che, per vari “contrattempi”, è stata di quaranta giorni, è stata fino ad ora  l’esperienza più bella e significativa della nostra vita. Siamo partiti dopo oltre un anno da quando avevamo avuto l’abbinamento con i minori adottabili, un tempo lunghissimo intervallato da pochissime notizie sui bambini e foto, ma quando poi siamo arrivati in Burkina ci siamo resi conto che effettivamente non è un luogo dove puoi ottenere tutto e subito come siamo abituati noi.  I nostri bambini abitavano a Rèo, un  villaggio a circa 120 km dalla capitale, e per raggiungerli abbiamo viaggiato in auto per strade sterrate per quasi 3 ore. Nel tragitto abbiamo visto poveri villaggi con capanne di fango, motorini e biciclette carichi di merci, dai polli ai maiali, ragazzini  magrissimi e sporchi, ricoperti della polvere rossa del Burkina, alberi spogli di foglie, baobab che mostravano solo i nidi dei condor. Eppure, incontrando i Burkinabe’, ti ritrovi di  fronte a persone con tanta dignità, che vivono aiutandosi l’uno con l’altro e ti rendi conto che in quel paese la povertà unisce.
La mattina seguente al giorno dell’incontro con i nostri figli, l’istitutrice dell’orfanotrofio  ci ha portato a fare una passeggiata per Réo, ci ha fatto da guida e siamo arrivati fino alle scuole , incredibilmente tutti ci salutavano, ci stringevano la mano e ci dicevano: “ben arrivati …finalmente i genitori di Yves e Yvette!”
E’ stato proprio come se tutto il villaggio ci aspettasse e conoscesse la storia dei bambini, tutti sinceramente felici per la sorte di questi due gemelli. Prima di rientrare nella capitale, dopo tre giorni, nel salutare tutti quelli che in questi sei anni si sono presi cura di Yves e Yvette, abbiamo pianto. Il resto della permanenza  lo abbiamo trascorso a Ouagadougou,  presso la missione delle suore SIC,nel quartiere periferico di Tampouy. Compagnia , conforto e cure non ci sono di certo mancati grazie a Suor Sabine, alla Mamy Elisabeth che tutti i giorni ci preparava pietanze squisite, e a tutti gli altri che lavorano presso questa struttura che funziona anche come mensa  per oltre 250 bambini. Grazie anche ai “compagni di viaggio” persone volontarie conosciute alla missione che ci hanno tenuto in allegria e ogni tanto ci trastullavano le due pesti. Ricordiamo ancora emozionati quanto era bello stare seduti sulle sdraio sotto nel portico della missione  a parlare sotto le stelle! Il Burkina è un posto dove il tempo passa, anche se non hai niente da fare. Hai tempo per riflettere, ti senti piu’ vicino a te stesso e legato indissolubilmente con le persone incontrate durante il soggiorno. In Burkina ti accadono sempre “inconvenienti”, ma non puoi essere stressato dai ritmi; non è un posto da stress, nonostante tu possa avere uno o  due figli “rompiscatole” ,che …ti stanno addosso tutto il giorno (proprio fisicamente) ed e’ caldo  …e l’ultima cosa che avresti voluto erano due termosifoni mobili che ti abbracciavano e ti facevano sudare ancora di più… o forse sì …tutto quello che volevi e vogliamo ancora è stare attaccati a loro e far sapere a tutti quelli che li hanno conosciuti e accuditi (per poco o per tanto tempo) che crescono e stanno bene.
Serafini’s  family