Pensiero del mese di marzo 2022 – L’imprevedibile guerra

Pensiero del mese di marzo 2022 – L’imprevedibile guerra

di Andrea Pio Cristiani – fondatore di Shalom

Francamente di tutto ci potevamo aspettare tranne che svegliarsi un mattino con una guerra alle porte.
In Europa, a parte per la regione dei Balcani, da 70 anni non si era parlato di guerra; ingenuamente pensavamo che l’umanità reduce dall’ultima devastante guerra mondiale con i milioni incalcolabili di morti e distruzioni avrebbe cancellato dal suo vocabolario questa parola. L’irrazionalità della guerra appariva un dato consolidato anche se la corsa agli armamenti si era di fatto arrestata solo a parole … fino a far sospettare che il micidiale COVID non sia nato dal famoso pipistrello, ma piuttosto da qualche laboratorio di armi chimiche o batteriche … non lo sapremo mai!

Gli interessi prepotenti delle potenze dominano il pianeta, ma mai in modo tanto spregiudicato fino ad invadere una nazione sovrana e democratica. Le armi in possesso delle potenze sono minacciose e mostruose per i loro possibili effetti. Il rischio di un conflitto a catena non è improbabile anzi è una minaccia costante sulla bocca dei potenti. Una farneticazione sconvolgente capace di seminare terrore e sconcerto nella popolazione mondiale.

Shalom la cui vita ha come scopo la cultura della pace è inorridito per i linguaggi, le immagini e le minacce. Il suo dissenso è a tutto tondo per il disumano che avanza e turba le menti delle nuove generazioni. Il senso di impotenza è attenuato dagli incontri, le manifestazioni, le marce, le fiaccolate e la pietà verso un umanità sconvolta e verso il delirio di nuovi feroci dittatori. La solidarietà immediata ci sprona alla condivisione e all’accoglienza che sarà sempre più incisiva quanto più saremo uniti.

L’incubo nucleare incombe, ma grazie a Dio qualche tenue schiarita ci conforta, come i giovani russi che scendono in piazza rischiando la galera per dissentire contro Putin, il feroce nuovo zar. La diplomazia non si ferma e i toni si moderano per trovare la forma meno devastante per l’invasore, per gli invasi e noi popoli dell’Europa pacifica e democratica con i paesi Nato.

Scendere nelle piazze a protestare, camminare insieme per mostrare il disappunto soprattutto delle nuove generazioni è gridare la voglia assoluta di pace, gridare che si oscurino le scene drammatiche della guerra. Il rammarico di Shalom è che anche le gravi sanzioni verso l’aggressore non affamano Putin e il suo entourage, ma la povera gente, i vecchi e i bambini. Non disperiamo che possa affermarsi la ragione e la coscienza e quanto prima si ponga la parola fine alla tragedia che ferisce l’intera umanità e la fa regredire a stadi di violenza inaudita.

Ho fede e credo che la preghiera sia un arma segreta ed efficace per accompagnare i dialoghi e le soluzioni diplomatiche per la pace. Invito i credenti a stare uniti per combattere l’inoffensiva battaglia sul fronte della comune fede e a tutti l’appello alla condivisione e alla solidarietà.