Le sabbie mobili

Le sabbie mobili

di don Andrea Cristiani, fondatore di Shalom

Ci avviciniamo al primo mese di questa nostra faticosa “carcerazione” agli “arresti domiciliari” e si avvertono tutti i sintomi e le stanchezze. Capiamo i sentimenti di quanti si sentono depressi e preoccupati. Viveri rinchiusi in una stamberga, magari soli, cechi, malati, poveri o con familiari problematici non è certamente semplice.

Per fortuna molti comuni, le caritas, le associazioni di volontariato, come Shalom, si prodigano nell’ascolto delle persone e si sforzano di dare risposte ai loro bisogni più urgenti. Un tentativo di dare sollievo in mille modi, concreti e più virtuali. Anche attraverso l’uso dei social e con uno sguardo particolare rivolto ai bambini ai quali viene offerta la possibilità di ascoltare delle storie come quelle composte ogni giorno da Chiara e quelle rivolte sempre ai bambini da Matteo e Ester, convinti che anche per i più piccoli il tempo non vada sprecato. Anzi dobbiamo incidere affinché questo tempo non sia traumatico per loro, ma lasci ricordi di affetti intensi e fecondi.

Mai la solidarietà fra individui e popoli è stata così globalizzata. Un fatto unico nella storia. Latitanti restano gli stati nazionali, che mostrano ancora una volta i loro limiti ed egoismi. Capaci spesso solo di vacue parole e inadeguate promesse. Il loro tallone d’Achille è la mancanza del senso del bene comune universale e la capacità di prendere linee risolutive insieme, per affrontare i problemi e risolverli attivando fondi adeguati di sostegno ai paesi più svantaggiati. Troppi nazionalismi e muri allontanano gli uni dagli altri come il più dannoso dei virus. Un mondo così sbilanciato sul piano sociale è sicuramente voluto per garantire i privilegi di una esigua parte dei suoi cittadini. In questo tempo di pandemia globale si evidenzia in modo più schiacciante le diseguaglianze: pensare all’Africa e anche ad altri continenti dove tutto è a pagamento, compresi i tamponi, quando ci sono. Privano di fatto il fondamentale diritto alla salute.

Il baluardo della nostra società italiana è la possibilità offerta a tutti di potersi curare e di avere i farmaci essenziali. Talvolta non ci rendiamo conto del livello di civiltà che abbiamo raggiunto. In molte parti del pianeta  medici e operatori sono in numero esiguo, uno ogni 50.000 abitanti e concentrati nelle grandi città: l’accesso ai farmaci impossibile per i ¾ del genere umano, poiché sono a pagamento. Noi siamo veramente fortunati! Mai come in questi giorni ci accordiamo e ci rendiamo conto della dedizione e delle capacita, talvolta eroiche, di medici, infermieri e personale ausiliario, ai quali esprimo un sentito GRAZIE a nome di tutto lo Shalom.

Ciò che ci turba è l’incertezza sui tempi, per poter sconfiggere il nemico invisibile. Anche la scienza, mobilitata per sconfiggere il virus, una volta individuato, lo esplora, lo studia ma non sa ancora come e quando riuscirà ad annientarlo. Auguriamoci che ciò avvenga presto.

L’intelligenza umana ha risorse straordinarie, basti pensare quante malattia abbia già sconfitto. Sul campo giacciono oltre 12 mila vittime, solo in Italia, un numero impressionante. Il nostro pare il lutto più grande al mondo, ma sarà proprio così? Anche questi numeri mi tormentano e suscitano in me un dubbio che voglio condividere con voi: la comunicazione è spesso piegata e adattata a ciò che il padrone di turno vuol farci credere … se non si fanno i test, come si possono contare i contagiati e i morti? Infondo da sempre nel mondo si muore per polmonite. Credo dunque che non manchino i bugiardi fra i politici e i mezzi di informazione. Anche qui voglio spendere una parola positiva nei confronti del nostro paese. Non sarà che siamo i primi per numero di morti perché siamo i più sinceri?”

Tutti siamo felici del grande movimento di solidarietà che attraversa l’Italia da nord a sud. Aggiungerei un’altra nota che ci riempie di orgoglio: forse abbiamo più morti da coronavirus ma abbiamo anche più vivi in umanità e spirito di condivisione!

E’ giunto il momento della competenza e della responsabilità nella politica e nell’economia. Non dobbiamo perdere la fiducia. Le istituzioni sono solide. Molti sui social si sono scagliati contro Salvini e la d’Urso, quando su canale 5, in diretta, hanno proposto un requiem per i defunti. Io non voglio giudicare se ci siano stati altri secondi fini, di cui taluni sospettano. Credo che tutti i credenti siano invitati a raccogliersi e a pregare e, se lo fanno in pubblico, che male c’è?