Burkina Faso: il golpe gentile

Burkina Faso: il golpe gentile

Speranze e preoccupazioni di Shalom

La storia che ci lega al Burkina Faso è iniziata quasi 35 anni fa spinti dal desiderio di aiutare lo sviluppo di uno dei paesi più poveri del mondo. Da allora oltre 20.000 bambini hanno potuto crescere e studiare grazie al sostegno a distanza, per non parlare delle migliaia di bambini e ragazzi che hanno frequentato le scuole di Leo, Dori, Tenkodo, Dedoudougou … fino all’Università Giorgio la Pira di Ouaga: una generazione di giovani che ha avuto accesso all’istruzione e che oggi può lavorare per assicurare un futuro migliore alla propria famiglia e al paese intero. Il sostegno a distanza ci ha permesso di far conoscere il Burkina Faso a migliaia di donatori che hanno sostenuto e continuano a sostenere questi bambini, creando un legame forte con il “popolo degli uomini integri”; in tanti poi hanno partecipato ai nostri viaggi di conoscenza e hanno potuto toccare con mano i risultati tangibili delle tante iniziative promosse per sostenere la crescita economica (panificio, pozzi, progetti agricoli,…), sociale e culturale del paese.
Questo legame è stato reso ancora più saldo per quelle famiglie che hanno accolto nelle loro case oltre cento bambini attraverso l’adozione internazionale: arrivati bambini, oggi sono ragazzi e giovani uomini e donne che incarnano questa comunione di culture e ideali.
Abbiamo quindi seguito con attenzione la notizia degli ultimi giorni sul golpe in Burkina Faso che ha portato all’incarcerazione del presidente Kabore, in costante contatto con i nostri referenti in loco che ci raccontano gli umori della popolazione e l’atmosfera che si respira in città. Fin da subito ci rassicurano sulla situazione, in città non ci sono state violenze, il popolo stamani è sceso in piazza per festeggiare i militari che hanno preso il potere facendo cadere il governo che negli ultimi anni si è mostrato incapace di affrontare il terrorismo fondamentalista che ha causato migliaia di morti e quasi due milioni di sfollati interni (su una popolazione di 20 milioni di abitanti). Sono migliaia le scuole chiuse, escludendo di fatto generazioni di bambini dal diritto alla formazione, quasi tre milioni di persone si trovano in una situazione di insicurezza alimentare.
Come Shalom non possiamo che condividere il desiderio del popolo burkinabé di agire in modo deciso contro le bande di terroristi che hanno occupato ormai grandi territori nel nord e nell’est del paese e invitiamo le potenze internazionali ad aiutare il nuovo governo a combattere la terribile piaga del terrorismo jihadista.